Estensione: 67,17 ettari
Ente di Gestione: Regione Lazio – Direzione Ambiente
Comuni: Santa Marinella

Il monumento naturale è stato istituito con D.P.R.L. 29 settembre 2017, n. 163.

L’area è caratterizzata da ambiente costiero di notevole valore naturalistico, storico e paesaggistico, presenta una continuità naturalistica con gli ecosistemi delle aree limitrofe rappresentate dalla Riserva Naturale di Macchiatonda e dalle aree della Rete Natura 2000,  “Fondali antistanti Santa Marinella” e “Secche di Macchiatonda”

Le presenze botaniche caratterizzanti l’area sono rappresentate da frammenti di vegetazione pioniera a composizione psammofila di notevole interesse naturalistico, tra cui si rinvengono esemplari di giglio di mare (Pancratium maritimum), Camomilla marina (Anthemis maritima),  calcatrèppola marina o eringio marino (Eryngium maritimum), salsola erba kali (salsola kali).

Mentre sul limite della strada di accesso al castello insiste una siepe di Agnocasto, (Vitex agnus castus) essenza arbustiva legata agli ambienti umidi, di notevole interesse botanico per la rarità in ambito regionale e per il valore testimoniale degli usi della specie nella farmacopea medievale.

Questo corridoio naturale è utilizzato dagli uccelli migratori e stanziali che frequentano gli ambiti litorali e le zone umide relitto presenti nel settore costiero e che la tutela di questa porzione costituisce un rafforzamento della rete ecologica tirrenica.

Il territorio ha un rilevante valore archeologico e paesaggistico per la presenza del complesso sacro etrusco del IV – V secolo a.c. testimoniato dalla presenza del porto della città stato etrusca di Caere, luogo di culto di riferimento per tutto il mediterraneo antico, e dalla presenza dei celebri santuari oggetto scavo didattico della Sapienza Università di Roma.

L’area del Monumento Naturale di Pyrgi presenta elementi di pregio naturalistico e storico archeologico che hanno contribuito in maniera significativa alla definizione di caratteri paesaggistici e ambientali peculiari, e che lo stesso colpo d’occhio del castello emergente sull’area planiziale costiera costituisce di per sé un elemento di assoluta rilevanza nella percezione e nella caratterizzazione dell’immagine di questo tratto di litorale laziale.

 

IL SITO ARCHEOLOGICO DI PYRGI, PORTO E GRANDE SANTUARIO MARITTIMO DELLA CITTÀ ETRUSCA DI CAERE, CERVETERI – RM

Il Mediterraneo è stato nell’antichità un crocevia naturale di scambi, incontri e interazioni culturali. In tale contesto, gli Etruschi, con le metropoli costiere di Cerveteri (l’antica Caere), Tarquinia e Vulci, centri che ricadono oggi nel Lazio settentrionale, hanno esercitato per gran parte del primo millennio a.C. un forte controllo politico ed economico sul mare e tramite un’accurata gestione territoriale hanno plasmato un paesaggio che ancora oggi si presenta come fortemente distintivo della regione a nord di Roma.

Il ruolo di primo piano svolto nel Tirreno da Caere nel dominio delle rotte tirreniche è evidenziato dai vari approdi lungo la costa, in particolare da quello di Pyrgi che, dotato di caratteristiche ambientali particolarmente favorevoli, diviene il porto principale della città, sede della sua flotta navale, dotato di almeno due distinti bacini portuali e di un complesso sacro la cui collocazione marittima non trova confronti monumentali né in Etruria né altrove nel mondo antico.

Nella prima metà del III sec. a.C., con la romanizzazione del territorio, il santuario viene progressivamente abbandonato e viene fondata la colonia maritima romana, di dimensioni molto inferiori rispetto all’abitato etrusco, delimitata da poderose mura poligonali ancora ben conservate, in parte inglobate nella struttura del Castello di Santa Severa.

Gli scavi, condotti a Pyrgi a partire dal 1957 dalla Sapienza Università di Roma sempre in stretta collaborazione con la Soprintendenza competente, rientrano tra i più antichi e illustri “Grandi Scavi” dell’ateneo romano e hanno portato alla luce uno dei santuari più importanti del Mediterraneo, fondato dal “tiranno” di Caere Thefarie Velianas, e frequentato da Etruschi, Greci e Fenici, come testimoniato dalle famose lamine d’oro con iscrizioni in etrusco e in fenicio, esposte nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia insieme a capolavori dell’artigianato antico quali il frontone templare con il mito greco dei Sette contro Tebe e straordinari esemplari di vasi figurati importati da Atene.

Il complesso sacro comprende due distinti santuari, diversi sia nei culti che nella struttura: quello monumentale dedicato alla dea Uni e a Thesan/Leukothea con i due grandi templi A e B, e quello meridionale nel quale si praticavano culti di tipo demetriaco e infero legati alla coppia divina di Cavatha e Śuri. Gli scavi della Sapienza si sono concentrati anche nel settore dell’abitato, dove è stato portato alla luce un importante complesso di edifici di carattere pubblico, probabilmente destinati alla gestione economica e amministrativa delle attività del porto e anche allo svolgimento di pratiche rituali.

 

Per saperne di più, segui Facebook @PyrgiSapienza